giovedì 3 luglio 2008

Gioia immensa!

Ingrid Betancourt e altre 15 persone tenute in ostaggio dalle Farc sono state liberate con un blitz dalle forze armate colombiane. Lo ha annunciato ieri sera il Ministro della Difesa colombiano Manuel Santos. Insieme alla franco-colombiana Betancourt - la candidata alla presidenza della Repubblica colombiana sequestrata dalle Forze armate rivoluzionarie della Colombia il 23 febbraio 2002 dai guerriglieri delle Farc è rimasta sei anni e mezzo nella giungla nelle mani dei suoi rapitori - sono stati rilasciati una quindicina di ostaggi tra cui 3 soldati americani e undici colombiani.



Pubblichiamo l'articolo di Walter Veltroni scritto per l'edizione odierna de l'Unità.

Rivoglio il suo sorriso
Che gioia. Ingrid è libera. L’avevamo sperato mille volte ma ora la notizia finalmente arriva. Sei anni lunghissimi, sei anni che sembravano infiniti imprigionata nella foresta. Ma questa donna, che il mondo non conosceva e che ha imparato ad amare, non si è fatta piegare da una prova così dura. Con l’Unità ho condiviso anche quest’ultima campagna per la candidatura di Ingrid Betancourt al Nobel per la pace. È stata una campagna utile, perché mobilitare le coscienze è come tenere accesa una luce capace di squarciare quel buio che i suoi carcerieri volevano rendere impenetrabile attorno a lei. Per lei, ormai da anni, in tanti si erano impegnati. A Roma il suo ritratto era stato tante volte sulla grande scalinata del Campidoglio, personalmente ero stato a Caracas per manifestare coi sindaci di altre capitali per la sua liberazione e nelle mani di suo marito avevo consegnato il premio che la capitale assegna a chi è più impegnato per la pace.Ingrid ha sempre combattuto per la pace nel suo Paese, per la libertà e la giustizia per il suo popolo. E quindi l’idea di una combattente per la libertà che riconquista la propria libertà non può che riempirci di gioia. Per prima cosa mi viene da pensare alla sua famiglia: anche in questi giorni mi ero tenuto in contatto con la madre, avevo colto una grande voglia di sperare, ma anche un terribile dolore. Per lei, per il marito e i figli di Ingrid è la fine di un lunghissimo incubo, è una felicità enorme. Ora aspetto, aspettiamo, una sua immagine: per essere rassicurati sulla sua salute che tanto ci aveva preoccupato, per rivederla libera, con un sorriso sul volto. Voglio rivedere i suoi occhi non più bassi ma sorridenti e coraggiosi.

Walter Veltroni