mercoledì 22 aprile 2009

Una festa senza rancori, senza però travisare la verità



"Dopo quella giornata orribile che fu l'8 settembre 1943, ciascuno di noi militari s'interrogò sul da farsi; e la risposta la trovò nella propria coscienza. Fu una risposta di dignità personale e nazionale che ci vide silenziosamente accomunati... da questa rivolta morale nasce la Resistenza. Perchè la Resistenza ebbe tante forme, tante manifestazioni diverse; dipese oltre che dal sentimento di ciascuno di noi, dalle circostanze in cui ciascuno di noi si trovò ad operare. E certo fu Resistenza la risposta armata di tanti nostri commilitoni, che reagirono con le armi a Cefalonia, in Corsica, in tante isole del Mediterraneo, a Piombino, a Napoli; che dettero luogo a una reazione forte anche se, nella maggior parte dei casi, sfortunata. Fu Resistenza ugualmente la scelta di tanti prigionieri dei campi di concentramento, che preferirono il rigore di quei campi all'accettazione di forme di collaborazione con chi condivideva valori diversi - perchè allora, come ha detto Enzo Biagi, fu una scelta di campo, fu dovuta a una scelta di valori - e quindi preferirono i rigori dei campi di concentramento, per numerosi anni, alla collaborazione. Fu Resistenza l'aiuto che tanta parte della popolazione italiana dette nelle montagne, nei villaggi, nelle città a chiunque fosse fuggiasco in cerca di libertà. Certo, di quella Resistenza la punta più avanzata fu rappresentata da coloro che presero le armi, che dettero luogo alle formazioni partigiane, che combatterono sulle montagne, come in tante altre parti del nostro Paese per la liberazione dell'Italia.

La storia è un'azione di ricostruzione lenta e paziente, va arricchita ogni giorno di nuovi approfondimenti, di nuove testimonianze; ciò non ha nulla a che fare con un improponibile revisionismo. Per questo è importante celebrare - con solennità e in spirito di riconciliazione - il 25 aprile, anniversario della Resistenza e della Liberazione."

Carlo Azeglio CIAMPI