lunedì 9 novembre 2009

1989 - 2009

"Sono trascorsi venti anni dalle rivoluzioni del 1989 nell’Europa centrale ed orientale che posero fine al socialismo dispotico e segnarono un fondamentale spartiacque storico. La fine del comunismo in Europa apparve come un evento epocale che concludeva definitivamente il ventesimo secolo con dieci anni di anticipo sulla cronologia. Ci fu in quegli anni chi sostenne che alla guerra fredda stesse per succedere lo “scontro tra civiltà” che il destino del mondo fosse l’incomponibilità dei conflitti tra culture diverse o chi ritenne che si fosse giunti alla fine della storia”, interpretando la caduta del muro di Berlino come l’evento culminante della storia universale. Si è venuto delineando in questi anni un mondo che non coincide con nessuna di quelle previsioni. Un mondo che ha conosciuto mutamenti profondi, una straordinaria rivoluzione scientifico-tecnologica in particolare nel campo delle comunicazioni; un mondo in cui hanno fatto irruzione sulla scena paesi come l’India e la Cina; che ha conosciuto processi di democratizzazione, ma anche nuove fratture come quella intervenuta tra occidente e mondo islamico. Un mondo che non ha ritrovato ancora un nuovo equilibrio. Viviamo, a vent’anni dal crollo del muro, una stagione ricca di enormi potenzialità ma anche gravida di contraddizioni e di pericoli in un mondo attraversato da una rete sempre più fitta di legami di interdipendenza basati sugli scambi economici e sui mezzi di comunicazione ma segnato insieme da un deficit enorme di regolazione dei fatti globali e da guerre, terrorismo e violenza. L’Europa deve nutrire l’ambizione di contribuire alla costruzione del nuovo ordine mondiale di cui si avverte l’urgente necessità. Solo una Europa unita può assolvere a un tale compito.
Il partito democratico lavorerà, oggi dall’opposizione, domani dal governo perché l’Italia resti fedele all’ispirazione europeista, consolidi sulla base di un rapporto dignitoso e paritario l’alleanza con gli Stati Uniti, mantenga il profilo di una nazione aperta alle esigenze dei paesi più vulnerabili, si impegni perché avanzi un governo vero dei processi globali."

Pierluigi Bersani