lunedì 23 giugno 2008

Sicurezza

"Pur di non avere paura, l'essere umano sarebbe quasi disposto a morire. Certo è pronto a rinunciare a parti consistenti della sua libertà. Si accetta di essere osservati da telecamere in qualsiasi luogo pubblico e si permette che la privacy sia limitata da decine di altre intrusioni. Si installano allarmi, porte blindate, inferriate, trasformando la propria abitazione in qualcosa di simile a una prigione, nella quale è difficile entrare, ma dalla quale talora è difficile anche uscire.
Con frequenza sempre maggiore la paura diventa oggetto di uso politico: la promessa di liberare dalla paura attira voti, e poichè la paura viene dalla pancia e non dalla testa, difficilmente si presta a essere tema di ragionamento.
La percezione di insicurezza può essere incrementata e indirizzata ad arte, selezionando le notizie, alimentando la paura, enfatizzando gli aspetti che maggiormente impressionano, in modo che ancor più attraente sia la promessa di rendere sicuri.
Non hanno importanza le rilevazioni statistiche: può essere dimostrato che è più frequente rimanere vittima delle agressioni di un parente, di un amico, di un consocente, ma a terrorizzare è l'ignoto, il diverso, colui che viene da lontano. E' nei suoi confronti che si prova paura, è rispetto a lui che si parla di sicurezza.
La paura divide, innalza barriere contro l'estraneo, impedisce il riconoscimento, alimenta la convinzione di fondo sulla quale si basa la società verticale. Non è trascurabile nel quadro complessivo la circostanza che maggiore è la vicinanza al vertice della piramide, più curata è la tutela della sicurezza che la società appronta. I governanti sono circondanti da persone incaricate di badare esclusivamente alla loro sicurezza.
Dando uno sguardo alle statistiche, sarebbero assai più bisognosi di scorta gli operai del settore edilizio. Voglia di privilegio, di diversità, di sicurezza spingono senza ritegno verso una competizione sfrenata. Si entra così in una spirale perversa, in una continua rincorsa ad affermare la propria superiorità senza accettare alcun limite, compresa l'esigenza di preservare le risorse naturali, mettendo a rischio, alla lunga, la sopravvivenza dello stesso genere umano.

(Brano tratto dal libro di Gherardo Colombo, "Sulle regole" - Feltrinelli Editore)