martedì 20 marzo 2012
La nemesi della Lega Nord: nata da tangentopoli e finita tra le mazzette
La storia politica è piena di nemesi, ma una crudele e grottesca come quella della Lega non s'era mai vista. I forcaioli della prima Tangentopoli sono diventati i nuovi socialisti della seconda. Precisi. In una settimana sono passati dalle manifestazioni in piazza contro la giunta Formigoni, "perché non si può andare avanti con un arresto al giorno", alla teoria del complotto dei magistrati. Tutto perché stavolta hanno pizzicato uno dei loro e uno grosso, il Davide Boni, a trafficare mazzette di milioni di euro, altro che Mario Chiesa, in cambio di licenze per nuovi centri commerciali. In uno studio televisivo sento la difesa di Attilio Fontana, sindaco di Varese, e mi sembra di riascoltare Carlo Tognoli, vent'anni dopo. Boni ne uscirà pulito, non si fanno i processi in piazza. Ma certo, salvo che la Lega sui processi in piazza, nel '92 e dintorni, ha costruito tutte le sue fortune. Bossi e Maroni sono una riedizione più mesta del duo Craxi-Martelli, che litigavano su tutto, ma si ritrovavano all'unisono nella difesa dei tangentisti. È soltanto l'ultimo testacoda di una serie ormai infinita di giravolte e tradimenti del Carroccio. Era il movimento dell'antipartitocrazia e risulta ora il più "romano" di tutti. Era quello della lotta agli sprechi, dell'abolizione degli enti inutili, "a cominciare dalle Province", ed è diventato il fiero paladino delle Province e della lottizzazione selvaggia. Era il baluardo della difesa del martoriato territorio dagli scempi ambientali, "mai più capannoni", "basta Tir", ed è diventato il padrino politico della peggior cementificazione privata e pubblica mai conosciuta dalla Padania dal Dopoguerra, il principale sponsor del raddoppio della rete di autostrade nella regione più asfaltata d'Europa, la Lombardia, il nemico giurato dei No Tav, contro i quali invoca l'esercito. Alle ultime elezioni ha giurato al popolo lombardo di risolvere "in quattro e quattr'otto" la questione Malpensa e il risultato è che Malpensa è andata in rovina. Perfino la minaccia della secessione alla fine si era ridotta alla pagliacciata dei tre uffici ministeriali trasferiti e Monza e chiusi, con pietosa decenza, dal governo Monti. I sondaggi dicono che la Lega, nonostante tutto, regge ancora. Ma la Lega non c'è più, si sta dissolvendo. Il passo indietro di Berlusconi mette in imbarazzo Bossi, la cui parabola politica è finita da un pezzo. D'altra parte, una leadership di Maroni scatenerebbe una guerra interna fra gli altri caporioni. E poi, che cosa andranno a raccontare la prossima volta agli elettori Bossi o Maroni? Che vanno a Roma da soli, o magari alleati ad Alfano, per portare a casa un federalismo mai pervenuto in dieci anni di governo con Berlusconi? Mi sbaglierò, ma la Lega rischia davvero la stessa fine del Psi di Craxi. E, anche stavolta, senza nessun rimpianto.
Curzio Maltese
Curzio Maltese
giovedì 5 gennaio 2012
2012: l'agenda di Bersani per le riforme
Abbiamo davanti un anno arduo e non semplice da interpretare. Vale forse la pena di "progettarlo" un po', togliendo di mezzo un eccesso di fatalismo. Vorrei cominciare con qualche prima idea.
1. La scena si apre sull'Europa. Fino ad ora le decisioni sono state deboli. L'agenda da qui a marzo di per sé non rassicura. Nelle opinioni pubbliche è ancora dura come il marmo quell'ideologia difensiva e di ripiegamento che le destre europee hanno coltivato, ricavandone inutili vittorie, e che i progressisti non hanno potuto o saputo contrastare, ricavandone larghe e dolorose sconfitte.
Inutile illudersi. O si mette in comune rapidamente e seriamente la difesa dell'Euro (vincoli di disciplina, strumenti efficaci e condivisi contro la speculazione e per la crescita, politiche macroeconomiche coordinate) o sarà il disastro. Se davvero l'Italia è troppo grande sia per fallire che per essere salvata, allora è troppo grande anche per stare zitta.
È tempo che ciascuno di noi faccia la sua parte in Europa; il Partito Democratico sta lavorando per la piattaforma comune dei progressisti europei. Ma è tempo anche di fare qualcosa assieme, qui in Italia. Governo e forze politiche possono determinare una posizione nazionale. Il Parlamento (che non esiste solo in Germania!) può articolarla e assumerla. Il nostro Presidente del Consiglio può interpretarla e gestirla al meglio. Le idee ci sono e vedo su di esse la possibilità di una larga convergenza.
Il biglietto da visita delle nostre idee in Europa potrebbe essere così concepito: noi continueremo le nostre riforme e ci riserviamo ogni ulteriore iniziativa per rafforzare la nostra credibilità. Ma non faremo più manovre. A chi raggiunge il 5% di avanzo primario che cosa altro si può chiedere? Nel caso, nessuno pensi di trattarci come la Grecia. Come si diceva, siamo troppo grandi e quindi parecchio ingombranti. Se ne tenga conto.
2. Torniamo qui ai nostri compiti. Salvare l'Italia significa, al concreto, contrastare la recessione, produrre crescita e occupazione, dare una prospettiva alla nuova generazione. Salvare l'Italia è possibile solo se cambiamento e coesione si danno la mano. Se coesione e cambiamento diventassero un ossimoro, non ci sarebbe speranza.
L'azione di governo deve dunque possedere un metodo fondamentale e un fondamentale messaggio. Quanto al metodo, emergenza e transizione pretendono una forma particolare di dialogo sociale tale da sollecitare partecipazione e corresponsabilità, salvaguardando comunque la decisione tempestiva. Si può fare e, a parer mio, si deve fare.
Ma voglio sottolineare in particolare il metodo politico. Il Governo troverà la sua forza in un rapporto stabile, permanente e ordinato con i Gruppi Parlamentari; un rapporto da allestire anche nella fase ascendente delle decisioni. Si parli di mercato del lavoro, o di liberalizzazioni, o di politica industriale, di pubblica amministrazione, di immigrazione, di Rai e di cento altri temi, esistono in Parlamento, da ogni lato, idee inevase da anni e non necessariamente divisive.
Dica il Governo il suo piano di lavoro, raccolga dal Parlamento orientamenti e idee e avanzi quindi le sue decisioni e le sue proposte. Noi non pretendiamo il cento per cento di quel che faremmo, e così sarà per gli altri. Ma la trasparenza e la chiarezza servono a tutti. Quanto al messaggio fondamentale, se nell'emergenza è in gioco il comune destino del Paese, si deve innanzitutto promuovere un'idea di comunità degli italiani. Ci si ricordi allora che la solidarietà è la materia prima di una comunità, è ciò che la distingue da una accozzaglia anarchica di interessi.
Se vogliamo farcela, tutti assieme, i riflettori vanno dunque puntati su chi è più in difficoltà. Bisogna predisporre l'aiuto a chi sta vivendo e vivrà le condizioni più difficili, come l'assenza di lavoro, l'insufficienza di reddito o una disabilità abbandonata. Su questo, non ci siamo ancora. Occorre fare di più, cominciando col cancellare qualche inutile asprezza di alcune misure già adottate che suscitano un giusto risentimento.
3. La grande parte delle forze politiche e parlamentari si dichiarano interessate e disponibili ad una iniziativa di riforma delle Istituzioni e della politica. Il Presidente della Repubblica la sollecita autorevolmente. È evidente che un simile percorso significherebbe stabilità per il Governo e maggiore credibilità della politica e delle Istituzioni nella prospettiva della nuova legislatura.
Sto parlando della già avviata adozione di parametri europei nei costi della politica, di riduzione del numero dei Parlamentari, di riforma del bicameralismo, di radicale aggiornamento dei regolamenti parlamentari e, alla luce delle prossime decisioni della Corte, di riforma elettorale. Su tutto questo esistono proposte e appaiono possibili convergenze significative.
Si intende fare sul serio? Intendiamo davvero passare dalle parole ai fatti? Questo pronunciamento tocca innanzitutto ai segretari dei partiti, ovviamente non solo a quelli che hanno votato la fiducia al Governo, ma a partire da loro. C'è poco tempo ed è quindi ora di prendersi impegni pubblici, espliciti e dirimenti.
I tre punti che ho segnalato dovrebbero essere, a parer mio, l'agenda di gennaio. Infine una parola per chi, nel gioco ormai stucchevole fra tecnica e politica, si predispone a promuovere, chissà in quali forme nuove, l'edizione 2012 dell'antipolitica. L'Italia ha già dato.
Per quello che ci riguarda il Partito Democratico ha compiuto un gesto propriamente politico, trasparente e generoso, nel sostenere questa transizione e si predispone ad offrire agli elettori, quando sarà il momento, una proposta riformista e democratica di ricostruzione, alternativa al decennio populista.
Siamo pronti a riconoscere in termini nuovi i codici e i limiti della politica. Anche in questo difficile passaggio, tuttavia, siamo convinti di poterne rafforzare la dignità e l'indispensabile ruolo.
1. La scena si apre sull'Europa. Fino ad ora le decisioni sono state deboli. L'agenda da qui a marzo di per sé non rassicura. Nelle opinioni pubbliche è ancora dura come il marmo quell'ideologia difensiva e di ripiegamento che le destre europee hanno coltivato, ricavandone inutili vittorie, e che i progressisti non hanno potuto o saputo contrastare, ricavandone larghe e dolorose sconfitte.
Inutile illudersi. O si mette in comune rapidamente e seriamente la difesa dell'Euro (vincoli di disciplina, strumenti efficaci e condivisi contro la speculazione e per la crescita, politiche macroeconomiche coordinate) o sarà il disastro. Se davvero l'Italia è troppo grande sia per fallire che per essere salvata, allora è troppo grande anche per stare zitta.
È tempo che ciascuno di noi faccia la sua parte in Europa; il Partito Democratico sta lavorando per la piattaforma comune dei progressisti europei. Ma è tempo anche di fare qualcosa assieme, qui in Italia. Governo e forze politiche possono determinare una posizione nazionale. Il Parlamento (che non esiste solo in Germania!) può articolarla e assumerla. Il nostro Presidente del Consiglio può interpretarla e gestirla al meglio. Le idee ci sono e vedo su di esse la possibilità di una larga convergenza.
Il biglietto da visita delle nostre idee in Europa potrebbe essere così concepito: noi continueremo le nostre riforme e ci riserviamo ogni ulteriore iniziativa per rafforzare la nostra credibilità. Ma non faremo più manovre. A chi raggiunge il 5% di avanzo primario che cosa altro si può chiedere? Nel caso, nessuno pensi di trattarci come la Grecia. Come si diceva, siamo troppo grandi e quindi parecchio ingombranti. Se ne tenga conto.
2. Torniamo qui ai nostri compiti. Salvare l'Italia significa, al concreto, contrastare la recessione, produrre crescita e occupazione, dare una prospettiva alla nuova generazione. Salvare l'Italia è possibile solo se cambiamento e coesione si danno la mano. Se coesione e cambiamento diventassero un ossimoro, non ci sarebbe speranza.
L'azione di governo deve dunque possedere un metodo fondamentale e un fondamentale messaggio. Quanto al metodo, emergenza e transizione pretendono una forma particolare di dialogo sociale tale da sollecitare partecipazione e corresponsabilità, salvaguardando comunque la decisione tempestiva. Si può fare e, a parer mio, si deve fare.
Ma voglio sottolineare in particolare il metodo politico. Il Governo troverà la sua forza in un rapporto stabile, permanente e ordinato con i Gruppi Parlamentari; un rapporto da allestire anche nella fase ascendente delle decisioni. Si parli di mercato del lavoro, o di liberalizzazioni, o di politica industriale, di pubblica amministrazione, di immigrazione, di Rai e di cento altri temi, esistono in Parlamento, da ogni lato, idee inevase da anni e non necessariamente divisive.
Dica il Governo il suo piano di lavoro, raccolga dal Parlamento orientamenti e idee e avanzi quindi le sue decisioni e le sue proposte. Noi non pretendiamo il cento per cento di quel che faremmo, e così sarà per gli altri. Ma la trasparenza e la chiarezza servono a tutti. Quanto al messaggio fondamentale, se nell'emergenza è in gioco il comune destino del Paese, si deve innanzitutto promuovere un'idea di comunità degli italiani. Ci si ricordi allora che la solidarietà è la materia prima di una comunità, è ciò che la distingue da una accozzaglia anarchica di interessi.
Se vogliamo farcela, tutti assieme, i riflettori vanno dunque puntati su chi è più in difficoltà. Bisogna predisporre l'aiuto a chi sta vivendo e vivrà le condizioni più difficili, come l'assenza di lavoro, l'insufficienza di reddito o una disabilità abbandonata. Su questo, non ci siamo ancora. Occorre fare di più, cominciando col cancellare qualche inutile asprezza di alcune misure già adottate che suscitano un giusto risentimento.
3. La grande parte delle forze politiche e parlamentari si dichiarano interessate e disponibili ad una iniziativa di riforma delle Istituzioni e della politica. Il Presidente della Repubblica la sollecita autorevolmente. È evidente che un simile percorso significherebbe stabilità per il Governo e maggiore credibilità della politica e delle Istituzioni nella prospettiva della nuova legislatura.
Sto parlando della già avviata adozione di parametri europei nei costi della politica, di riduzione del numero dei Parlamentari, di riforma del bicameralismo, di radicale aggiornamento dei regolamenti parlamentari e, alla luce delle prossime decisioni della Corte, di riforma elettorale. Su tutto questo esistono proposte e appaiono possibili convergenze significative.
Si intende fare sul serio? Intendiamo davvero passare dalle parole ai fatti? Questo pronunciamento tocca innanzitutto ai segretari dei partiti, ovviamente non solo a quelli che hanno votato la fiducia al Governo, ma a partire da loro. C'è poco tempo ed è quindi ora di prendersi impegni pubblici, espliciti e dirimenti.
I tre punti che ho segnalato dovrebbero essere, a parer mio, l'agenda di gennaio. Infine una parola per chi, nel gioco ormai stucchevole fra tecnica e politica, si predispone a promuovere, chissà in quali forme nuove, l'edizione 2012 dell'antipolitica. L'Italia ha già dato.
Per quello che ci riguarda il Partito Democratico ha compiuto un gesto propriamente politico, trasparente e generoso, nel sostenere questa transizione e si predispone ad offrire agli elettori, quando sarà il momento, una proposta riformista e democratica di ricostruzione, alternativa al decennio populista.
Siamo pronti a riconoscere in termini nuovi i codici e i limiti della politica. Anche in questo difficile passaggio, tuttavia, siamo convinti di poterne rafforzare la dignità e l'indispensabile ruolo.
lunedì 21 novembre 2011
Le donne e i 150 anni dell'Unità d'Italia
Carissime e carissimi,
con grandissima gioia e soddisfazione voglio invitarvi ad una bella serata che si terrà a Cogliate Lunedì 28 Novembre alle ore 21 presso la sala polivalente "C. Cattaneo" in via Trento.
Ci attende un appuntamento importante, per fare il punto sulla condizione femminile nella società, nell'economia, nella politica in occasione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia e nella ricorrenza del 65mo anniversario del diritto di voto alle donne. Per capire quello che è stato fatto e quello che ancora c'è da fare, per guardare con più fiducia ai prossimi, di 150 anni.
Questa serata dal tema "Le donne e i 150 dell'Unità d'Italia" è organizzata dal Circolo del Partito Democratico di Cogliate con l'aiuto e la collaborazione del Gruppo Provinciale del PD Monza e Brianza e del segretario provinciale Gigi Ponti.
E' importante esserci, per animare un confronto utile anzitutto per capire come rendere concreti i passi in avanti che, anche grazie al Pd in Parlamento, in tutti questi anni sono comunque stati fatti e per concentrare, dove ancora è necessario, l'impegno delle donne e di tutti noi per raggiungere obiettivi più avanzati. Vi aspettiamo!
Davide Borroni - segretario Circolo Pd Cogliate
Relatrici della serata:
Sen. Daniela Mazzuconi, On. Alessia Mosca, Francesca Zayczyk docente all’Università Milano Bicocca e delegata alle Politiche per le Pari Opportunità del Comune di Milano, Debora Migliucci ricercatrice all’Università degli Studi di Milano.
Partecipano inoltre:
Fulvia Lobrano, Coordinatrice donne PD Monza e Brianza
Cecilia Veneziano e Maria Fiorito, Consiglieri provinciali PD Monza e Brianza
con grandissima gioia e soddisfazione voglio invitarvi ad una bella serata che si terrà a Cogliate Lunedì 28 Novembre alle ore 21 presso la sala polivalente "C. Cattaneo" in via Trento.
Ci attende un appuntamento importante, per fare il punto sulla condizione femminile nella società, nell'economia, nella politica in occasione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia e nella ricorrenza del 65mo anniversario del diritto di voto alle donne. Per capire quello che è stato fatto e quello che ancora c'è da fare, per guardare con più fiducia ai prossimi, di 150 anni.
Questa serata dal tema "Le donne e i 150 dell'Unità d'Italia" è organizzata dal Circolo del Partito Democratico di Cogliate con l'aiuto e la collaborazione del Gruppo Provinciale del PD Monza e Brianza e del segretario provinciale Gigi Ponti.
E' importante esserci, per animare un confronto utile anzitutto per capire come rendere concreti i passi in avanti che, anche grazie al Pd in Parlamento, in tutti questi anni sono comunque stati fatti e per concentrare, dove ancora è necessario, l'impegno delle donne e di tutti noi per raggiungere obiettivi più avanzati. Vi aspettiamo!
Davide Borroni - segretario Circolo Pd Cogliate
Relatrici della serata:
Sen. Daniela Mazzuconi, On. Alessia Mosca, Francesca Zayczyk docente all’Università Milano Bicocca e delegata alle Politiche per le Pari Opportunità del Comune di Milano, Debora Migliucci ricercatrice all’Università degli Studi di Milano.
Partecipano inoltre:
Fulvia Lobrano, Coordinatrice donne PD Monza e Brianza
Cecilia Veneziano e Maria Fiorito, Consiglieri provinciali PD Monza e Brianza
giovedì 27 ottobre 2011
Il mondo che verrà - terzo incontro: La Paura
Il terzo appuntamento (CLICCA QUI per vedere) di questo ciclo di incontri è andato in onda il 25 ottobre 2011 con “La Paura”. Questo è il titolo scelto per descrivere tre grandi tematiche del mondo contemporaneo: l’immigrazione, la concorrenza internazionale e il futuro dei nostri figli. Partendo dalla situazione dei trentenni di oggi, che vivono in un Paese che mostra segni di sofferenza, Romano Prodi approfondisce lo stato della crescita economica italiana, una crescita che non c’è.
Il Professore descrive lo stato di disoccupazione e di lavoro precario in Italia, analizzando così il fenomeno della “fuga dei cervelli” e dei giovani italiani che non studiano, non lavorano e non sono in un programma di formazione: “Quasi la metà dei giovani tra i 15 e i 24 anni sono precari. Questa è veramente una tragedia nella tragedia: la grande disoccupazione giovanile e il precariato che domina anche nella parte occupata. Allora qui bisogna veramente cambiare registro.”
Da qui, partendo dal confronto con Cina e Stati Uniti e domandandosi se esistono le medesime paure, si arriva al problema del ricambio generazionale, che investe sia il mondo del lavoro sia quello della politica.
Infine, il Romano Prodi si sofferma sul tema dell’immigrazione, esaminando i dati reali di questo fenomeno e la percezione di esso deformata dalla crisi e dalla politica dell’ultimo decennio. Il Professore la commenta così: “La percezione è che gli immigrati siano molti di più di quelli che sono. Innanzitutto per la velocità con cui sono arrivati. E’ vero che gli stranieri in Italia sono meno che in Francia e Germania, ma sono arrivati velocissimi negli ultimi anni perché la nostra società si è trasformata più recentemente ma più in fretta. Uno dei nostri problemi che dobbiamo curare è l’integrazione, è capire che riceviamo delle risorse potenzialmente straordinarie e, adagio adagio, devono essere integrate. La generazione successiva deve diventare una generazione di italiani. Questa è la grande sfida dell’immigrazione.”
In chiusura di puntata, un question time con gli studenti: dal coordinamento delle politiche economiche dei paesi europei in risposta alla crisi a come e quando affrontare le riforme strutturali, dalla posizione attuale dei laureati in Italia al rapporto storico tra USA e Italia e alla sua evoluzione futura nel campo economico.
Il Professore descrive lo stato di disoccupazione e di lavoro precario in Italia, analizzando così il fenomeno della “fuga dei cervelli” e dei giovani italiani che non studiano, non lavorano e non sono in un programma di formazione: “Quasi la metà dei giovani tra i 15 e i 24 anni sono precari. Questa è veramente una tragedia nella tragedia: la grande disoccupazione giovanile e il precariato che domina anche nella parte occupata. Allora qui bisogna veramente cambiare registro.”
Da qui, partendo dal confronto con Cina e Stati Uniti e domandandosi se esistono le medesime paure, si arriva al problema del ricambio generazionale, che investe sia il mondo del lavoro sia quello della politica.
Infine, il Romano Prodi si sofferma sul tema dell’immigrazione, esaminando i dati reali di questo fenomeno e la percezione di esso deformata dalla crisi e dalla politica dell’ultimo decennio. Il Professore la commenta così: “La percezione è che gli immigrati siano molti di più di quelli che sono. Innanzitutto per la velocità con cui sono arrivati. E’ vero che gli stranieri in Italia sono meno che in Francia e Germania, ma sono arrivati velocissimi negli ultimi anni perché la nostra società si è trasformata più recentemente ma più in fretta. Uno dei nostri problemi che dobbiamo curare è l’integrazione, è capire che riceviamo delle risorse potenzialmente straordinarie e, adagio adagio, devono essere integrate. La generazione successiva deve diventare una generazione di italiani. Questa è la grande sfida dell’immigrazione.”
In chiusura di puntata, un question time con gli studenti: dal coordinamento delle politiche economiche dei paesi europei in risposta alla crisi a come e quando affrontare le riforme strutturali, dalla posizione attuale dei laureati in Italia al rapporto storico tra USA e Italia e alla sua evoluzione futura nel campo economico.
giovedì 20 ottobre 2011
Il mondo che verrà - secondo incontro: La disuguaglianza
Il secondo incontro su La7 con il Prof. Romano Prodi sul presente e sul futuro dell'economia mondiale, intitolato “La Disuguaglianza”, ha avuto come fulcro la questione della sempre più grande divergenza tra classi ricche e classi povere ed è andato in onda il 18 ottobre 2011. Commentando la divergenza sempre più marcata tra la popolazione povera e quella più ricca del mondo, Romano Prodi analizza le cause che hanno portato a questa situazione.
CLICCA QUI per guardare l'intera puntata del programma.
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lunedì 17 ottobre 2011
La sfida dei continenti
IL MONDO CHE VERRÀ
La sfida dei Continenti.
Il primo di tre incontri in esclusiva con Romano Prodi su La7 dell’ 11 ottobre 2011.
CLICCA QUI per guardare l'intera puntata.
Dall’aula dello Stabat Mater dell’Università di Bologna, questo è il primo di tre incontri con il Professor Romano Prodi sul presente e sul futuro dell’economia mondiale. La sfida dei continenti e le armi per combattere la crisi, cosa fare contro l’aumento della disuguaglianza, la paura del futuro e come vincerla. Tre appuntamenti per capire il mondo che c’è e Il Mondo Che Verrà.
Il Professore si è confrontato con una classe di studenti italiani e stranieri provenienti dalle diverse facoltà dell’Università di Bologna sulla situazione mondiale contemporanea e i possibili sviluppi futuri. A coadiuvare il dibattito, la giornalista e conduttrice Natascha Lusenti.
Il primo appuntamento con Il Mondo Che Verrà è dedicato alla cosiddetta “Sfida dei continenti”, più precisamente quello europeo, quello asiatico e quello americano, e all’evoluzione dei rapporti socio-politici ed economici tra di essi.
La sfida dei Continenti.
Il primo di tre incontri in esclusiva con Romano Prodi su La7 dell’ 11 ottobre 2011.
CLICCA QUI per guardare l'intera puntata.
Dall’aula dello Stabat Mater dell’Università di Bologna, questo è il primo di tre incontri con il Professor Romano Prodi sul presente e sul futuro dell’economia mondiale. La sfida dei continenti e le armi per combattere la crisi, cosa fare contro l’aumento della disuguaglianza, la paura del futuro e come vincerla. Tre appuntamenti per capire il mondo che c’è e Il Mondo Che Verrà.
Il Professore si è confrontato con una classe di studenti italiani e stranieri provenienti dalle diverse facoltà dell’Università di Bologna sulla situazione mondiale contemporanea e i possibili sviluppi futuri. A coadiuvare il dibattito, la giornalista e conduttrice Natascha Lusenti.
Il primo appuntamento con Il Mondo Che Verrà è dedicato alla cosiddetta “Sfida dei continenti”, più precisamente quello europeo, quello asiatico e quello americano, e all’evoluzione dei rapporti socio-politici ed economici tra di essi.
sabato 1 ottobre 2011
Citazioni - dagli archivi degli anni Novanta...
"Berlusconi è l'uomo della mafia. E' un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra. Da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia? Con questa gente, niente accordi politici: Forza Italia è un partito in cui milita Dell'Utri, inquisito per mafia. Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. E' molto peggio di Pinochet. Ha qualcosa di nazistoide, di mafioso. Il piduista è una volpe infida pronta a fare razzia nel pollaio. Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini?"
Chi lo disse? Lo disse Umberto Bossi... C'era una volta la Lega Nord... Ora la Lega Nord salva e difende il ministro Romano, siciliano, indagato per rapporti con la mafia; dopo aver salvato, nel 2009, Nicola Cosentino anch'egli indagato per gravi reati in odore di mafia. E Maroni, sempre pronto a menar vanto dei suoi successi antimafia, e a sciogliere consigli comunali sospetti di infiltrazioni mafiose... che dice?!
Chi lo disse? Lo disse Umberto Bossi... C'era una volta la Lega Nord... Ora la Lega Nord salva e difende il ministro Romano, siciliano, indagato per rapporti con la mafia; dopo aver salvato, nel 2009, Nicola Cosentino anch'egli indagato per gravi reati in odore di mafia. E Maroni, sempre pronto a menar vanto dei suoi successi antimafia, e a sciogliere consigli comunali sospetti di infiltrazioni mafiose... che dice?!
mercoledì 14 settembre 2011
Raccolta firme per referendum contro Porcellum
Il Partito Democratico di Cogliate invita tutti i cittadini a sottoscrivere la raccolta firme del referendum per abolire il “porcellum” e cambiare legge elettorale.
È indispensabile restituire ai cittadini la possibilità di indicare direttamente, con il voto, le persone che entreranno in Parlamento. È urgente restituire dignità alla politica e ristabilire le regole democratiche che consentano di comporre un Parlamento di “eletti” dal popolo e non di “nominati”. L’attuale legge elettorale è stata definita una “porcata” proprio da chi l’ha ideata e l’ha votata: va modificata al più presto. Il referendum può essere anche uno stimolo affinché il Parlamento si occupi direttamente della questione.
Per firmare a sostegno del referendum è sufficiente recarsi, con un documento di riconoscimento, in Municipio in via Minoretti n. 19 presso l’Ufficio Segreteria TUTTI I GIORNI DALLE ORE 10,30 ALLE 12,30.
Martedì anche dalle 16,30 alle 18,45.
Giovedì anche dalle 16,30 alle 17,45.
Il termine per la raccolta firme è il 30 settembre.
È indispensabile restituire ai cittadini la possibilità di indicare direttamente, con il voto, le persone che entreranno in Parlamento. È urgente restituire dignità alla politica e ristabilire le regole democratiche che consentano di comporre un Parlamento di “eletti” dal popolo e non di “nominati”. L’attuale legge elettorale è stata definita una “porcata” proprio da chi l’ha ideata e l’ha votata: va modificata al più presto. Il referendum può essere anche uno stimolo affinché il Parlamento si occupi direttamente della questione.
Per firmare a sostegno del referendum è sufficiente recarsi, con un documento di riconoscimento, in Municipio in via Minoretti n. 19 presso l’Ufficio Segreteria TUTTI I GIORNI DALLE ORE 10,30 ALLE 12,30.
Martedì anche dalle 16,30 alle 18,45.
Giovedì anche dalle 16,30 alle 17,45.
Il termine per la raccolta firme è il 30 settembre.
Clicca qui per approfondimenti e informazioni.
giovedì 25 agosto 2011
Le proposte del PD
Un contro-piano in dieci punti per far fronte all'emergenza economica. Mentre in Senato cominciano le prime riunioni di commissione sulla manovra bis, il Pd presenta il suo decalogo alternativo al governo con una conferenza stampa del segretario Pier Luigi Bersani alla sede del partito in via del Nazareno. «L'Italia di domani. Per il rigore, l'equità e lo sviluppo sostenibile», è il titolo del programma Democratico che spazia tra norme per combattere l'evasione fiscale, a tasse sui grandi patrimoni e la richiesta di sopprimere l'articolo 8 del decreto del governo sulla contrattazione aziendale. Le proposte del Pd, ha spiegato Bersani, sono una «manovra responsabile», che «tiene i saldi», garantisce «il rispetto degli accordi con l'Ue ma disegna un percorso alternativo per raggiungere l'obiettivo».
SCARICA QUI IL TESTO INTEGRALE
DELLA CONTROMANOVRA
Il segretario sottolinea in particolare la «riduzione drastica ed effettiva dei costi della pubblica amministrazione; misure per l'equità, perchè - spiega - adesso dia una mano chi fin qui è rimasto un pò al riparo; terzo, misure per l'economia, la crescita il lavoro, un tema un pò scomparso ma che l'autunno ci ricorderà. Bisogna mettere qualcosa per dare un minimo di stimolo alle attività economiche».
Tra le proposte che più si discostano da quelle avanzate dalla maggioranza, troviamo quella di fondere i servizi dei comuni al di sotto dei 5mila abitanti, presentata in alternativa al piano governativo di fondere le amministrazioni dei comuni al di sotto dei mille abitanti. Quanto alle province, il Pd propone di dimezzarle o ridurle a enti di secondo livello. Contro l'evasione fiscale, tracciabilità, a fini anti-riciclaggio, dei pagamenti superiori a 1.000 euro (per il governo, la soglia è di 2.500 euro). E poi tassa sui capitali che hanno beneficiato dello scudo fiscale del 2009, rafforzamento delle pene per il falso in bilancio.
SCARICA QUI IL TESTO INTEGRALE
DELLA CONTROMANOVRA
Il segretario sottolinea in particolare la «riduzione drastica ed effettiva dei costi della pubblica amministrazione; misure per l'equità, perchè - spiega - adesso dia una mano chi fin qui è rimasto un pò al riparo; terzo, misure per l'economia, la crescita il lavoro, un tema un pò scomparso ma che l'autunno ci ricorderà. Bisogna mettere qualcosa per dare un minimo di stimolo alle attività economiche».
Tra le proposte che più si discostano da quelle avanzate dalla maggioranza, troviamo quella di fondere i servizi dei comuni al di sotto dei 5mila abitanti, presentata in alternativa al piano governativo di fondere le amministrazioni dei comuni al di sotto dei mille abitanti. Quanto alle province, il Pd propone di dimezzarle o ridurle a enti di secondo livello. Contro l'evasione fiscale, tracciabilità, a fini anti-riciclaggio, dei pagamenti superiori a 1.000 euro (per il governo, la soglia è di 2.500 euro). E poi tassa sui capitali che hanno beneficiato dello scudo fiscale del 2009, rafforzamento delle pene per il falso in bilancio.
martedì 17 maggio 2011
Un amico in più...
Da oggi il circolo PD di Cogliate è anche su facebook!
Eventi, note, articoli, ... aggiungete agli amici il PD Cogliate e seguite le nostre attività.
Eventi, note, articoli, ... aggiungete agli amici il PD Cogliate e seguite le nostre attività.
giovedì 12 maggio 2011
mercoledì 27 aprile 2011
lunedì 18 aprile 2011
sabato 16 aprile 2011
per andare Oltre
Care democratiche e cari democratici, il circolo PD di Cogliate organizza un incontro nella serata di venerdì 29 aprile per iniziare la campagna di tesseramento al Partito Democratico. Ci troveremo al "Circolo dell'agnello" in via XXV Aprile alle ore 21,15. Sarà occasione per rivederci e ripartire per un nuovo anno insieme e ...per andare Oltre. La situazione politica locale e nazionale ci spinge a rilanciare l'azione del nostro circolo, anche noi dobbiamo fare la nostra parte!! In questa occasione affronteremo anche il tema della ri-organizzazione del circolo, con l'elezione del nuovo segretario. Vi aspettiamo!
mercoledì 30 marzo 2011
Colpo di mano sul Parco delle Groane
il circolo PD di Ceriano Laghetto organizza un incontro dal titolo
COLPO DI MANO
SUL PARCO DELLE GROANE
La difesa ambientale e la salvaguardia di un bene
da trasmettere alle nuove generazioni
interverranno:
GIGI PONTI
Segretario provinciale PD Monza Brianza
RENZO MORETTI
Sindaco di Solaro
Sala del Consiglio Comunale
Ceriano Laghetto
LUNEDI' 4 APRILE 2011 - ore 21,00
domenica 13 marzo 2011
Auguri, Italia!
Il Partito Democratico di Cogliate sarà in piazza della Chiesa il giorno 17 marzo 2011 per la celebrazione del 150° anniversario dell'Italia Unita.
Invitiamo tutti i cittadini di Cogliate ad esporre sui balconi o alle finestre di casa la bandiera tricolore, simbolo della nostra Patria e dell'Unità nazionale.
E' doveroso celebrare questo anniversario, per vivere con rinnovata intensità l'identità italiana, nei suoi valori di libertà, giustizia, solidarietà, uguaglianza. Ideali conquistati nel Risorgimento e nella Resistenza, ma che si conquistano giorno per giorno, affrontando i problemi quotidiani della nostra democrazia.
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